Lettori fissi

domenica 19 luglio 2009

Dedicata a tutti gli amanti dei gatti, come me



Gli animali furono
imperfetti, lunghi
di coda, plumbei
di testa.
Piano piano si misero
in ordine,
divennero paesaggio,
acquistarono in grazia, volo.
Il gatto, 
soltanto il gatto apparve completo
e orgoglioso:
nacque completamente rifinito
cammina solo e sa quello che vuole.

L'uomo vuol essere pesce e uccello,
il serpente vorrebbe avere le ali, 
il cane è un leone spaesato,
l'ingegnere vuol essere poeta,
la mosca studia la rondine,
il poeta cerca di imitare la mosca,
ma il gatto
vuole esser solo gatto
dai baffi alla coda,
dal fiuto al topo vivo,
dalla notte fino ai suoi occhi d'oro.

Non c'è unità come la sua,
non hanno 
la luna o il fiore
una tale coesione:
è una sola cosa
come il sole o il topazio,
e l'elastica linea del suo corpo,
salda e sottile, è come
la linea della prua di una nave.
I suoi occhi gialli
hanno lasciato una sola
scanalatura
per gettarvi le monete della notte.

Oh piccolo
Imperatore senz'orbe,
conquistatore senza patria,
minima tigre da salotto, nuziale
sultano del cielo
delle tegole erotiche,
il vento dell'amore
nell'aria aperta
reclami
quando passi
e posi
quattro piedi delicati
sul suolo,
fiutando,
diffidando
di ogni cosa terrestre,
perché tutto 
è immondo
per l'immacolato piede del gatto.

Oh fiera indipendente
della casa, arrogante
vestigio della notte,
neghittoso, ginnastico
ed estraneo,
profondissimo gatto,
poliziotto segreto
delle stanze,
insegna
di un
irreperibile velluto,
probabilmente non c'è
enigma
nel tuo contegno,
forse non sei mistero,
tutti sanno di te ed appartieni
all'abitante meno misterioso,
forse tutti si credono
padroni,
proprietari, parenti
di gatti, compagni,
colleghi,
discepoli o amici
del proprio gatto.

Io no.
Io non sono d'accordo.
Io non conosco il gatto.
So tutto, la vita e il suo arcipelago,
il mare e la città incalcolabile,
la botanica,
il gineceo coi suoi peccati,
il per e il meno della matematica,
gl'imbuti vulcanici del mondo,
il guscio irreale del coccodrillo,
la bontà ignorata del pompiere,
l'atavismo azzurro del sacerdote,
ma non riesco a decifrare il gatto.
Sul suo distacco la ragione slitta,
numeri d'oro stanno nei suoi occhi.

Pablo Neruda

12 commenti:

  1. ahh pablo ..and your beautiful cat a lovely combination! grazie

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  2. Smoky with the green, green eyes. love it

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  3. Dolcissima poesia verso ogni persona che convive con un gatto...o altro animale.....teniamo si piedi sulla terra come i nostri gatti....

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  4. ho già tessuto lodi ai gatti in altri post
    aggiungo che sono pulitissimi, straordinariamente puliti
    io credo che simili a loro, molto simili, saranno tutti gli altri felini
    solo che poiché non sono domestici non riusciamo ad osservarli bene
    a volte mi ritrovo a guardare l'immagine di un leopardo che dorme su un ramo, con una zampa penzolante,
    sembra di vedere uno dei miei gatti quando si mette a dormire sul bordo del tavolo

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  5. Mi stave facendo venire la voglia di adottarne uno, anche se ho già un cane.

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  6. E' vero, i gatti sono solo dei felini addomesticati, ma conservano comunque le loro movenze.

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  7. Andrea se decidi ti consiglio di prendere un cucciolo/a, in questo modo il cane che hai non si sentirà tradito, anzi, sarà lui ad "adottarlo".

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  8. Amo follemente questa poesia, i gatti e Neruda... Non posso che approvare la tua scelta! Un abbraccio da parte mia e tante fusa dalla mia Nenè.

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  9. Potrei ripeterlo all'infinito: AMO I GATTI! A mio avviso l'animale perfetto.

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  10. E' davvero un animale perfetto il gatto! così misterioso ed elegante... sembra sia di tutti ma in realtà si rifiuta di appartenere a qualcuno... Adoro i gatti!

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  11. E' proprio vero. il gatto vuole essere solo gatto.

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