Lettori fissi

giovedì 26 febbraio 2009

Il sogno

Paul Gaugin

Per nessun altro, amore, avrei spezzato
questo beato sogno.
Buon tema per la ragione,
troppo forte per la fantasia.
Sei stata saggia a svegliarmi. E tuttavia
tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
Tu così vera che pensarti basta
per fare veri i sogni e storia le favole.
Entra tra queste braccia. Se ti sembrò
più giusto per me non sognare tutto il sogno,
ora viviamo il resto.

Come un lampo o un bagliore di candela
i tuoi occhi, non già il rumore, mi destarono.
Così (poiché tu ami il vero)
io ti credetti sulle prime un angelo.
Ma quando vidi che mi vedevi in cuore,
che conoscevi i miei pensieri meglio di un angelo,
quando interpretasti il sogno, sapendo
che la troppa gioia mi avrebbe destato
e venisti, devo confessare
che sarebbe stato sacrilegio crederti altro da te.

Il venire, il restare ti rivelò: tu sola.
Ma ora che ti allontani
dubito che tu non sia più tu.
Debole quel amore di cui più forte è la paura,
e non è tutto spirito limpido e valoroso
se è misto di timore, di pudore, di onore.
Forse, come le torce
sono prima accese e poi spente, così tu fai con me.
Venisti per accendermi, vai per venire. E io
sognerò nuovamente
quella speranza, ma per non morire.

John Donne

2 commenti:

  1. Ciao bella poesia e bello anche Gaugin, ho visto a Brescia due suoi lavori, insieme a quelli di Van Gogh, in effetti come temperamento e formazione artistica non si poteva comprendere, diametralmente opposti.
    Mentre osservavo di suoi lavori, seguivo il movimento della mano con il pennello, la qualità dei colori, mi piange il cuore oggi almeno per le mie tasche non avere colori così brillanti, oggi sono fabbricati in maniera diversa, tutta chimica, loro invece avevano pigmenti, e quindi la resa cromatica è molto più forte e vibrante nonostante il tempo passi i lavori di Gaugin rimangono con una semplicità sorprendentemente VIVI!

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