Lettori fissi

giovedì 29 ottobre 2009

Saper ascoltare

Frasi ascoltate, frasi lette, raccomandazioni custodite nella memoria, regole tramandate da chi per esperienza parla col cuore.

 

Il saper ascoltare:

 

1. Non avere fretta di arrivare alle conclusioni.

 

2. Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo,

condividi il suo punto di vista e chiedigli di spiegarti come lui vede le cose.

 

3. Un buon ascoltatore è curioso, sempre attento anche ai particolari giudicati più insignificanti.

 

4. Per capire il tuo punto di vista, devi osservarti da un altro punto di vista.

 

5. Per ascoltare bene devi sviluppare un po’ di autoironia,

per capire che non sempre quello che per te è importante lo è anche per l’altro.

 

6. Un buon ascoltatore non ha paura della discussione,

ma la considera una ricchezza, per approfondire anche la sua visione delle cose.

sabato 24 ottobre 2009

Spezie e sapori

Perdersi tra i colori delle spezie: rosso porpora, verde pistacchio, giallo ocra...

Ubriacarsi di profumi ed essenze: dolci, spezziateti, acri, forti...

Abbandonarsi a sogni fantastici:

 tra vento e sabbia...cavalli e cammelli....danzatrici e tuareg...predatori e mercenari....

Storie tatuate nella terra....

che ci restituisce tesori che a lei abbiamo affidato.


mercoledì 21 ottobre 2009

Mai fermarsi, mai!

E senti allora, se pure ti ripetono,
che puoi fermarti a mezza via o in alto mare,
che non c’è sosta per noi,
ma strada, ancora strada,
e che il cammino è sempre da ricominciare.

Eugenio Montale

martedì 20 ottobre 2009

Errori di tasto

Dopo quello he ho combinato ieri, mi viene da dire:
alzi la mano chi può dire: "A me non è mai capitato"..
Credo che proprio a tutti sia successo, malgrado l'attenzione, la lettura e rilettura, qualche
"lapsus" di tastiera, che possono stravolgere il senso della frase, creando significati nuovi e del tutto imprevisti.
Qualche esempio?
 
SI VOLEVA SCRIVERE                                                                                   
Ti lascio tanti saluti.     
SI E' SCRITTO
Ti lascio tanti salumi.
 
SI VOLEVA SCRIVERE 
I ricorsi della Storia.    
SI E' SCRITTO
I rimorsi della Storia.

SI VOLEVA SCRIVERE 
Sei una brava amica.
SI E' SCRITTO
Sei una bara amica.

SI VOLEVA SCRIVERE
Mangiare un po' di pane.
SI E' SCRITTO
Mangiare un po' di rane.
                                                                                
                                                                             
SI VOLEVA SCRIVERE
Le donne velate.
SI E' SCRITTO
Le donne pelate.
 
SI VOLEVA SCRIVERE
Non resta che sperare.
SI E' SCRITTO
Non resta che sparare.
 
Ricordate qualche lapsus di tastiera che vi è capitato?
 
Io, per concludere, ripeto il classico: "Caio, ti mando un baco"...
 

lunedì 5 ottobre 2009

So far away

Nessuna persona merita le tue lacrime,

e chi le dovesse meritare,

sicuramente non ti fara' piangere. 

Gabriel Garzia Marquez

domenica 4 ottobre 2009

Foglie gialle

Ma dove ve ne andate,

     povere foglie gialle

   come farfalle

    spensierate?

          Venite da lontano o da vicino

           da un bosco o da un giardino?

              E non sentite la malinconia

                 del vento stesso che vi porta via?

              Trilussa

 

                                     Segue un mio scritto, omaggio al componimento del grande poeta.                                                                      

             

 

Delicata, robusta, spinosa, dentellata, aghiforme, setosa, liscia, quanti aggettivi… tutti per lei espressione di trasformazione che dona la vita.

Comincia con una piccola escrescenza il suo affacciarsi timido nel mondo, per poi proseguire il cammino estendendosi e aprendo le sue pagine rivolte alla luce, nutrimento essenziale.

Mani protese verso il cielo in segno di ringraziamento, mani desiderose d’affetto, mani rifugio e passaggio di visitatori appartenenti al suo mondo.

Vita silenziosa e negletta in una sinapsi forzata di anime dipendenti fra loro e costrette a condividere lo stesso spazio e luogo in un vicendevole scambio vitale.

Corpo che si lascia andare quando il legame s' interrompe, volteggiando leggera, sinuosa nel vento, lieve come una nuvola che percorre spazi infiniti e si posa su ogni dove come soffici piume. S'inerpica e scende, farfalla svolazzante di un processo che la vede nascere e poi perire, mai banale… e pur collaboratrice con altri elementi naturali.

Nervature contorte, lineari, contenenti linfa vitale per chi non ha voce e cresce in sordina, in un canto delicato di essenze e di processi meravigliosi che rendono possibile lo spettacolare teatro dell’esistenza organica. Una parte, quindi, dello scenario naturale, una parte regolata da sistemi di trasformazione perfetta che regola la vita, una parte che merita un po’ della nostra riflessione.

Foglia, ti osservo e ti seguo mentre ti posi soavemente ai miei piedi, ti raccolgo e ti sfioro; hai terminato il tuo viaggio e sei passata da me per un saluto, anche tu sarai polvere e il fulgore della giovinezza apparterrà ad altre sorelle che renderanno possibile il fascino della vita.