Lettori fissi

sabato 30 gennaio 2010

Fate e folletti..

Tra il verde...del bosco...il profumo di muschio

maghe..fate e folletti

mi perdo...mi inebrio..mi mescolo

disintegro...sminuzzo..l’Anima mia libera

spazio nei sogni nella fantasia...

accarezzo..mi lascio coccolare

scambio dolci effusioni

perdendomi in me..

lasciandomi...trasportare dalle emozioni pure..

in mondi tutti miei dove sono la regina.

martedì 26 gennaio 2010

Se tagli un ramo secco, poi spunta un fiore

Ho letto questa bellissima frase recentemente:
"Il fallimento è una possibilità di ricominciare in maniera più intelligente"........
Ho sempre pensato al fallimento come a qualcosa di negativo e di fatto lo è ma leggendo queste parole mi sono fermata un attimo a pensare.
Mi sono posta diverse domande : è giusto portare avanti un rapporto malato?
E' giusto soffrire per una persona che ha una concezione dell'amore in maniera unilaterale?
E' normale stare con una persona che non fa altro che ricadere sempre negli stessi errori?

Credo che a questo punto sia giusto concedersi un'altra possibilità, la possibilità di ricominciare e in maniera più intelligente.
In un bellissimo articolo letto qualche tempo fa su un quotidiano, si paragona l'amore "MALATO" ad un ramo secco, cosa si fa se il ramo di una pianta è ormai secco, si taglia è ovvio.......questo permette agli altri rami di prendere posto sull'albero della nostra vita......non importa quante foglie avranno i nuovi rami ma di certo ne avranno di più di un ramo secco.

L'articolo si conclude in questo modo :

PRENDI LE CESOIE,  POTA I VECCHI RAMI E ASPETTA CON CALMA CHE NASCANO I NUOVI E MAGARI SPUNTA ANCHE UN FIORE!!!!!!

UN AUGURIO AFFINCHE' NELLA VITA DI OGNUNO DI NOI NON CI SIANO RAMI SECCHI.

domenica 24 gennaio 2010

Buona domenica a tutti..teneramente..

Facciamo due passi?

Teneramente

vicini.

La nostra ombra si confonde

si abbraccia nel tramonto.

Siamo due vagabondi

in cerca d'acciughe.

Teneramente ci scambiamo

anche le pulci.

Ma cosa importa?

ci vogliamo bene.

 

giovedì 21 gennaio 2010

Ho scoperto di essere una libridinosa e voi?

“...Il “libridinoso”  lo si riconosce da come rallenta davanti a una libreria: non appena avverte la presenza di una grossa concentrazione di carta stampata, si blocca, dà uno sguardo morboso alla vetrina, vorrebbe allontanarsi a non ce la fa,esita ancora un poco, pialla fine,gettata la spugna, entra e si precipita verso il banco. Magari quel giorno ha anche un po' di fretta, un appuntamento di lavoro o d’amore, ma la tentazione è più forte di qualsiasi altro impegno: una forza sconosciuta lo scaraventa all’interno, lo costringe ad aggirarsi fra i banchi, a guardare freneticamente i titoli, i colori, le copertine e le fascette con le tirature. Cos’è che sta cercando con tanta disperazione? Ha forse bisogno di comprare qualche libro in particolare? Vuole informarsi sulle ultime novità editoriali?

Niente di tutto questo: il “libridinoso” è semplicemente attratto dalla presenza dei libri, vorrebbe toccarne il più alto numero possibile, e, nei casi più gravi, vorrebbe annusarli.
Amare un libro,con solo per il contenuto, ma soprattutto per la sua fisicità, per il suo essere materia tangibile, è una malattia come un’altra. Per gli individui affetti da questo morbo il libro, una volta letto, cessa di essere una delle tante copie in circolazione di un testo e diventa parte integrante del proprio corpo, e come tale, non può essere più ceduto in prestito a nessuno. E’ memoria viva, è carne della propria carne, è deposito distaccato dell’anima. Il vizioso di solito, quando legge, sottolinea i passi preferiti. E’ un modo come un altro per marchiare un testo, permetterci sopra la propria firma. Chi sottolinea una frase non lo fa per rintracciarla un domani più facilmente, ma solo per rendere visibile il suo gradimento. Quasi a significare: qui mi sono emozionato e voglio che si veda.
A volte il “libridinoso” si affeziona perfino ai libri che disprezza. Se qualcuno gli regala il romanzo di uno scrittore che non ama, lui, diligentemente, lo ripone in uno scaffale e lo abbandona per sempre alla polvere: non ne leggerà mai una pagina, ma non avrà nemmeno il coraggio di buttarlo via. Bello o brutto che sia resta sempre un libro, e, in quanto tale, un oggetto da rispettare. Riflettiamo un attimo sull’utilità di una biblioteca domestica. Oggi una famiglia di buona cultura, tra romanzi, saggi e strenne natalizie, finisce quasi sempre con l’accumulare un migliaio di titoli: come dire un paio di metri cubi di casa da destinare ai libri natural durante.

D’altra parte, come dice Ignazio Buttitta ”UNA CASA SENZA LIBRI E’ UNA STALLA”.  Ci si chiede: ma è poi così importante  averli tutti a portata di mano? Quanti di essi verranno riletti? Che probabilità ha un romanzo come “Delitto e castigo”di essere riletto? Praticamente nessuna, eppure guai a chi ce li tocca! Se per caso un amico ce lo chiede in prestito lo guardiamo con odio:sicuri che non ce lo restituirà mai, preferiremmo dargli direttamente i soldi del prezzo di copertina piuttosto che vederlo uscire con il nostro libro sotto il braccio. Qualcuno potrebbe obiettare,che a meno di manoscritti rari o di testi introvabili,in caso di mancata restituzione potremmo sempre ricomprarne un’altra copia. Si, a non sarebbe più quel libro, quello sul quale abbiamo letto e ci siamo emozionati……..”

Da Mi ha preso una”libridine”,capitolo dal romanzo di Luciano De Crescenzo: “Il Caffè sospeso”

Ho trovato questo capitolo del libro meraviglioso e mi ci sono rispecchiata in pieno…. Tuttavia tutto il libro è molto interessante, scorrevole, piacevole e sicuramente mi ha fatto apprezzare ancora di più l'autore che già ammiro molto.

venerdì 15 gennaio 2010

Dolce usignolo..

cantami la tua canzone..

L’inverno tace

racchiuso nelle sue lacrime di gelo.

 

Lascia andare il tuo canto

melodia di rugiada e brina su rose

infreddolite.

 

Canta usignolo

non esisterà più freddo.

Solo melodia e pace

 

Canta:

dove tu sei

ad ascoltar il tuo canto

ci sarò anch’io.

martedì 12 gennaio 2010

Il tempo scorre..

Nasco e partono le ore

Un orologio

è il regalo della Vita.

 

Sul quadrante

fra le lancette: il mio viso.

 

Quanti giorni, anni…

giorni e sere

primavere o inverni

saranno scanditi?

 

Quante volte vorrò che rallenti

quasi a sospendere

 il Tempo

 

Rimanere così

Sospesa

nell’irreale di attimi supremi.

 

Quante volte vorrò

che corra a perdifiato

fino a fermarsi per la stanchezza.

 

Il suo ticchettio ritmico

non esita mai

nulla lo commuove

nulla lo rallegra.

 

E’ solo il vivere del mio Tempo

di cui conosco l’inizio

vivo il presente.

Sconosciuta l’ora della fine

domenica 10 gennaio 2010

La leggenda della Donna-lupo

In una piccola e serena tribù del nord viveva una giovane donna innamorata di un guerriero che aveva contato molti colpi.

Al tempo si diceva che sulle rive del vicino lago, nelle notti di plenilunio, si potesse vedere un lupo trasformarsi in una splendida donna.
La voce arrivò anche al guerriero che decise di trascorrere ogni notte di plenilunio sulla riva del lago per tentare di vedere la "Donna-Lupo".

La giovane donna era sempre gentile con il guerriero e al di lui cospetto tutti i membri della tribù notavano l'illuminarsi in volto della donna, tutti tranne il guerriero, che mai si soffermava a contemplare il suo sguardo.
Il guerriero era troppo intento a vantarsi della caccia con gli amici e a dire che avrebbe visto la Donna-Lupo per primo per accorgersi dei sentimenti della giovane donna, ma lei pazientava in silenzio.
Una notte di plenilunio il guerriero seguì un bagliore nel buio, fino a vedere il lupo trasformarsi nella donna più bella che avesse mai visto.

Incantato dalla visione, il guerriero cadde in ginocchio davanti a lei e se ne innamorò all'istante.
Lei non proferì verbo, ma sorrise emanando una calda luce in direzione del guerriero, poi scomparve mentre lui chiuse gli occhi, non potendo sostenere la visione.

L'indomani il guerriero tornò al villaggio raccontando d'aver visto la Donna-Lupo, di quanto fosse bella e che il suo cuore ormai le apparteneva.
La giovane donna chiese al guerriero cosa mai avesse di così speciale quella Donna-Lupo, ma lui non le seppe rispondere, non lo sapeva proprio descrivere a parole.
Il plenilunio seguente, il guerriero tornò al lago, attendendo fiducioso l'arrivo della Donna-Lupo e lei arrivò.

"Cosa ti porta qua guerriero?"-Domandò lei. 

"Tu,sono qua per te"-Rispose entusiasta lui.

"Dimmi,vieni a me per chiedere o per donare?"-Domandò Donna-Lupo divertita.

"Sono qua per donarti il mio cuore e il mio braccio e per chiederti di essere la mia compagna"-Replicò il guerriero sorridendo.

"Quando riuscirai a vedermi accetterò il tuo dono, ed asseconderò la tua richiesta"-Rispose lei scomparendo all'istante.

Il guerriero tornò all'accampamento pensieroso, la donna gli si avvicinò, avendo intuito i suoi turbamenti e gli domandò se lo potesse aiutare.
Bruscamente il guerriero la mandò via, dicendole che la sua era solo gelosia verso la Donna-Lupo e che non voleva aiutarlo, ma solo confonderlo ulteriormente; la donna se ne andò in silenzio, serena in volto e tornò a svolgere i suoi compiti.
Al terzo plenilunio il guerriero tornò al lago, la Donna-Lupo apparve e senza indugio lui le disse che la vedeva benissimo.
La Donna-Lupo sorrise abbassando lo sguardo scuotendo lievemente il capo e senza rispondere sparì, cosi il guerriero tornò all'accampamento molto dispiaciuto.
L'uomo si aspettava come sempre, di vedersi arrivare incontro la giovane donna, ma lei quella volta non arrivò; il guerriero non capiva il motivo ma sapeva solo che la doveva cercare, così andò nella sua tenda, ma la trovò vuota.
A terra,nella tenda, c'era solo una pelle di lupo è un pezzo di corteccia con inciso un messaggio:

"Se mi avessi veramente voluta vedere, avresti scoperto che sono sempre stata accanto a te, a tua disposizione;

anche il sole un giorno potrebbe non sorgere, ma vuoi davvero attendere quel giorno per accorgerti di lui?"

Da quel momento il guerriero imparò a porre un'attenzione consapevole verso ciò che lo circondava....e pensava alla donna perduta.

giovedì 7 gennaio 2010

Come un airone

Volerò verso di te

come airone nel suo cielo.

 

Ogni nube si aprirà

come orizzonte al sole.

 

Volerò come colori leggeri

come foglia al vento di un vecchio addio

come luce pallida

in un ultimo tramonto.

 

Volerò verso di te

scrivendo nuove parole

che leggerai in un’altra vita

in un nuovo pensiero

in un'altra illusione senza dimensione.

 

Volerò verso di te

nel tuo cielo

fino alla fine del ricordo