Lettori fissi

sabato 19 marzo 2011

Buon wwekend a tutti, miei cari

Bisogna essere felici di nulla,
magari di una goccia d’acqua
oppure di un filo di vento.
Di un animaletto che si posa
sul tuo braccio o del profumo
che viene dal giardino.
Bisogna camminare su questa terra
con le braccia tese verso qualcosa che verrà
e avere occhi sereni per tutte le incertezze del destino.
Bisogna saper contare le stelle,
amare tutti i palpiti del cielo
e ricordarsi sempre di chi ci vuole bene.
Solo così il tempo passerà senza rimpianti
e un giorno potremo raccontare
di aver avuto tanto dalla vita.

Manolo Alvarez

sabato 12 marzo 2011

Leggere

Leggere, in fondo, non vuol dire altro che creare un piccolo giardino all'interno della nostra memoria.

Ogni bel libro porta qualche
elemento, un aiuola, un viale, una panchina
sulla quale riposarsi quando si è stanchi.

Anno dopo anno, lettura dopo lettura, il giardino si trasforma in parco e, in questo
parco, può capitare di trovarci qualcun altro...

Leggere non è un dovere, né un amaro calice da bere fino in fondo con la speranza di chissà
quali benefici.

Leggere vuol dire crearsi un
proprio piccolo tesoro personale di ricordi e di emozioni, un tesoro che non sarà uguale
a quello di nessun altro

e che tuttavia
potremo mettere in comune con altri.


Susanna  Tamaro da " Cara Mathilda "

Buon weekend carissimi e una carezza!

sabato 5 marzo 2011

Non abbiate fretta..


Se stà a fa’ sera e nantra giornata de lavoro se n’é annata;
c’ho l’ossa tutte rotte, la capoccia frastornata.
Cammino senza prescia, tanto, che devo fa’?
Si torno presto a casa me tocca pure sfacchinà!
Sur viale del tramonto me fa l’occhietto er sole,
e dopo na’ giornata a dà i resti a chi li vole,
l’osservo ‘mbambolato, come fosse na’ visione.
Me fermo lì a guardallo, ma chi l’avrà inventato?
E’ bello forte, nun l’avevo mai notato!
Sempre a combatte, sempre appresso a tutti i guai,
splende splende, ma nun m’o godo mai.
E’ robba che co quell’aria bonacciona e rassicurante,
riescirebbe a fa’ sentì amico ogni viandante.
Stà palla arancione m’ha messo pure arsura, ma, ahò!!
Nun so mica na’ monaca de clausura!
E allora o’ sai che nova c’è ? Io nun c’ho più fretta
e me butto drent’ai meandri de’ na’ fraschetta.
Con le zampe sotto ar tavolino,
e in compagnia de’ n’ber fiasco de vino,
me guardo intorno soddisfatto,
finalmente ho smesso de sbrigamme come un matto!!
E mentre er Cannellino m’arriva ar gargarozzo
Rido cò n’amico e ordino nantro litrozzo.
La vista me se annebbia ma non la mia coscienza
che se mette a riflette sull’umana esistenza:
a che serve stà sempre a core pe’ tutte le raggioni
si so quasi sempre rotture de’ cojoni??

Trilussa
 
Buon fine settimana carissimi!
E ascoltiamoci questa bella canzone della grande Gabriella Ferri!
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